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Finanziamento industria 4.0: cosa devi sapere

Scopri il credito d’imposta per sostenere gli investimenti in beni strumentali utili alla  trasformazione tecnologica della tua impresa

Con l’avanzare delle tecnologie digitali, le imprese stanno diventando sempre più innovative e intelligenti, con una maggiore automazione dei processi produttivi e un’ottimizzazione dei tempi e dei risultati. 

Se è vero che tutto questo significa anche decidere per ulteriori investimenti e affrontare maggiori spese, è anche vero che oggi è possibile avere un sostegno mirato per adattarsi a questi cambiamenti.

Addentriamoci nel concetto di “Industria 4.0” per scoprire come, anche con la tua attività, ottenere fondi per investire nell’innovazione tecnologica e rimanere competitivo.

Voucher industria 4.0: come funziona?

“Industria 4.0” è il termine usato per identificare il “Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali”, con riferimento ai beni strumentali materiali e immateriali tecnologicamente avanzati, che andremo ad approfondire tra poco. 

La finalità di questa agevolazione, che sarà valida anche nel 2025, è di sostenere tutte le imprese che sono attive nella trasformazione tecnologica dei processi produttivi e hanno necessità, di conseguenza, di investire in nuovi beni.

Attenzione, però, non si tratta letteralmente di voucher, vediamo, quindi, come si traduce nella pratica.

A chi si rivolge?

Verificato il rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e il corretto versamento dei contributi ai lavoratori, l’agevolazione industria 4.0 si rivolge a:

  • tutte le imprese residenti nel territorio italiano, senza distinzioni per settore, dimensioni o della natura giuridica e del regime fiscale
  • esercenti, arti e professioni
  • soggetti aderenti al regime forfettario
  • imprese agricole
  • imprese marittime.

Mentre non possono accedere all’agevolazione le imprese in stato di liquidazione o di fallimento.

Come si accede al finanziamento industria 4.0?

Per richiedere questa agevolazione l’impresa deve produrre una specifica documentazione, scegliendo tra:

  • una perizia tecnica dei beni strumentali materiali e immateriali (redatta da un ingegnere o perito industriale regolarmente iscritto all’albo)
  • un attestato di conformità da un ente accreditato, per certificare che i beni soddisfino le caratteristiche tecniche indicate dalla normativa
  • una dichiarazione rilasciata dal legale rappresentante, ma solo se il costo unitario di acquisizione è inferiore a 300.000 euro.

Per fruire dell’agevolazione l’impresa deve conservare la documentazione idonea a dimostrare l’effettivo sostenimento delle spese e la corretta determinazione dei costi (le fatture e i documenti di trasporto devono contenere l’espresso riferimento alla normativa che disciplina l’agevolazione).

Normativa 4.0: cosa prevede la legge?

Finora abbiamo visto che tutte le imprese che desiderano investire in beni strumentali nuovi e destinati a strutture sul territorio italiano hanno la possibilità di chiedere un credito d’imposta.

A regolare questa opportunità esiste una normativa specifica, la Legge 11 dicembre 2016, n. 232, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.297 del 21 dicembre 2016, Supplemento Ordinario n. 57 (commi 8-11), che ci aiuta a capire per quali strumenti è effettivamente possibile fare richiesta.

I beni strumentali, infatti sono esplicitati in due allegati (A e B) contenenti, rispettivamente, i beni materiali e i beni immateriali.

Beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati

Nell’allegato A troviamo che dal 2023 al 2025 sono valide queste condizioni di finanziamento:

  • 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 10% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro
  • 5% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro
  • 5% del costo per la quota di investimenti superiore a 10 milioni fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 50 milioni di euro degli investimenti inclusi nel PNRR.

Va specificato che queste condizioni hanno una determinata validità temporale. Il credito d’imposta, infatti, viene riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno 2026, a patto che:

  • entro il 31 dicembre 2025 il relativo ordine sia accettato dal venditore
  • sia stato pagato un acconto pari almeno al 20% della quota.

Beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati

Nell’allegato B, invece, vengono chiarite altre spese agevolabili, in particolare quelle sostenute per soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza:

  • per il 2024: 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di euro
  • per il 2025: 10% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di euro.

Anche in questo caso, le tempistiche sono prefissate e il credito può essere richiesto se:

  • gli investimenti sono stati effettuati entro il 30 giugno dell’anno successivo
  • l’ordine è stato accettato entro il 31 dicembre dell’anno in corso 
  • è già stato pagato un acconto del 20% del costo di acquisizione.

L’idea dell’industria 4.0 sta diventando sempre più comune ed è considerata come la quarta rivoluzione industriale, caratterizzata dall’utilizzo di tecnologie digitali avanzate per trasformare i processi produttivi e migliorare l’efficienza dei sistemi industriali.

Se anche tu vuoi fare parte di questa rivoluzione, ricorda che hai la possibilità di richiedere un’agevolazione specifica che ti aiuta a restare al passo con i tempi e con i costi necessari per le tue innovazioni.

 

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